Due mostre al mese è la nuova rubrica che inaugura oggi sul blog. Due.. perché una mostra sola è troppo poco, vederne di più può diventare difficile incastrarle. Due.. perché ve ne racconto una all’inizio del mese, l’altra verso metà così c’è tempo per programmarle e «studiarle». Due.. per dare una piccola scelta.
Cominciamo subito allora!
E iniziamo da una delle mostre del cartellone autunnale più attese «Guggenheim. La Collezione Thannhauser. Da Van Gogh a Picasso», fino al 9 febbraio 2020 a Palazzo Reale. In esposizione opere di impressionisti e post-impressionisti provenienti dalla Collezione Thannhauser, raccolte dalla famiglia nella prima metà del ‘900 e donate al Guggenheim di New York nel 1965.
Nel 1905 il capostipite Heinrich, imprenditore ebreo basato a Monaco, abbandona il ramo dell’abbigliamento e diventa mercante d’arte. Mette in scena una mostra su Van Gogh in Germania, esposizioni sul gruppo Blaue Reiter (il Cavaliere Azzurro) su Picasso. Le gallerie Tannhauser aprono filiali a Berlino, Parigi e Lucerna presentando al pubblico capolavori di Degas, Gauguin, Matisse, Monet. Heinrich Muore nel 1935, la persecuzione nazista costringe Justin a spostarsi di paese in paese, nel 1940 si stabilisce a New York: la casa diventa ritrovo del mondo della cultura dell’epoca. La raccolta d’arte cresce e viene donata alla Fondazione Solomon Guggenheim nel 1965.
Le opere in mostra sono 50, una più affascinante dell’altra e qualcuna è anche ben conosciuta.
Cosa mi ha colpito?
La prima è di Pablo Picasso, «Le Moulin de la Galette»: gli eccessi e l’eleganza di Parigi di inizio ‘900 e la capacità di osservazione del pittore.
Poi «Palazzo Ducale visto da San Giorgio Maggiore» di Claude Monet, «I giocatori di football» di Henri Rousseau, «La montagna blu» di Vasily Kandinskij che usa i suoi colori per esprimere stati d’animo interiori
E poi lei, la «Donna dai capelli gialli» di Picasso, un omaggio alla donna, sensuale non erotica.




