Quando entri alla mostra di Antonio Marras al Triennale Design Museum, ti accoglie una fila di giacche nere e il suono di tanti campanacci. E’ tutto in penombra, la luce è poca, l’atmosfera soffusa, ma il fascino quello… lo respiri subito. Sono arrivata a vedere la mostra, Nulla dies sine linea, con assoluta curiosità. Perché lo stilista sardo è un tripudio di idee e di espressioni artistiche diverse. Esposti ci sono i suoi bozzetti, ma anche quaderni, schizzi, gli appunti dei suoi viaggi, diari che raccontano sogni e lavoro. E lo anticipa già il titolo della mostra che si rifà ad una frase di Plinio il Vecchio riferita al pittore Apelle che «non lasciava passar giorno senza tratteggiare col pennello qualche linea».
La sensazione è di entrare e immergersi nel suo mondo: i racconti sono visuali. Poche parole, sono quelle che raccontano i pensieri dei bambini: «Il sole scioglie l’acqua», «Cammino sul fondo del mare». Vita, diari, appunti. E poi più di cinquecento disegni e dipinti montati su vecchie cornici, a cui ha aggiunto le più disparate stoffe: appesi lungo le pareti della Curva della Triennale fanno da corridoio di entrata all’esposizione. E a qualche anticipazione che vedete qui sotto.
Non perdetevela! 😉
La mostra Antonio Marras, Nulla dies sine linea a La Triennale fino al 21 gennaio 2017